Arrivo al dunque: la sinistra è stata sconfitta ovunque, a livello nazionale così come a livello locale, e il peggio si è raggiunto con l'esclusione de La Sinistra L'Arcobaleno dal Parlamento. Una situazione tragica, nel momento in cui si continua a morire sul lavoro, e si continua a non-vivere a causa del dilagante precariato. E mentre nasce un governo di destra con le assolute priorità di spaccare l'Italia con il federalismo e di rincorrere gli immigrati con i manganelli, l'unica opposizione (se così vogliamo chiamarla) che si prospetta è quella dell'amicone bonaccione "Ualter" Veltroni. Il nulla, praticamente.
E a tutto questo schifo, si aggiunge il fallimento della sinistra, colpevole di aver perso il suo ruolo, di essersi elevata, come dice qualcuno, a "partito degli universitari e dei filosofi", dimenticando le proprie origini e la propria gente.
Non ci sono troppe parole per esprimere il senso di sconforto che io, da comunista, sto vivendo. O ce ne sarebbero troppe che vorrei spendere per dilungarmi nell'analisi del voto, ma a cosa servirebbe?
Credo che quando si perde, bisogna prendersi un periodo di riflessione, fare mea culpa, capire l'intoppo, e ripartire.
Bossi dice che ha trecentomila uomini pronti per gli scontri e i fucili caldi: Compagni, noi siamo milioni, riappropiamoci dei nostri spazi, dei nostri ideali, delle nostre lotte, e facciamo vedere a questi quattro buffoni chi e cosa siamo. Se è vero che il mondo ha ancora bisogno di gente di sinistra, è questo il momento di dimostrarlo. Magari lasciando qualche sala convegni, e riprendendoci le strade e le piazze.
Prima di concludere, spendo una parola di ringraziamento per chi mi ha dato fiducia alle elezioni comunali: un piccolo successo e una soddisfazione personale che, nella disfatta generale, mi incentiva a proseguire nel mio convinto cammino politico. Finchè ci saremo, ci faremo sentire...
Concludo lasciando i versi di una poesia (perchè mi piace strafare), che esprimono meglio di ogni altra parola quello che è il mio sentimento e il mio pensiero. Si tratta di una poesia di Pasolini, mai così attuale.
"Alla Bandiera Rossa"
Per chi conosce solo il tuo colore,
bandiera rossa,
tu devi realmente esistere, perché lui
esista:
chi era coperto di croste è coperto di
piaghe,
il bracciante diventa mendicante,
il napoletano calabrese, il calabrese
africano,
l'analfabeta una bufala o un cane.
Chi conosceva appena il tuo colore,
bandiera rossa,
sta per non conoscerti più, neanche coi
sensi:
tu che già vanti tante glorie borghesi e
operaie,
ridiventa straccio, e il più povero ti
sventoli.
(Pier Paolo Pasolini)