mercoledì 28 marzo 2007

Traffico internazionale di stupefacenti, nonostante la "famiglia modello"

Riporto l'articolo comparso sul portale cittadino www.coratolive.it pochi giorni fa, dove si parla di un clamoroso arresto per traffico internazionale di stupefacenti. Ecco a voi:

È stato fermato venerdì scorso all’aeroporto internazionale di Malpensa di ritorno da Lima in Perù, con 9 kg di cocaina nascosti nel doppio fondo della sua valigia. Per l'insospettabile coratino 25enne Mario Roselli, figlio dell'assessore Carlo Roselli, è subito sfumata la possibilità di farla franca. La Guardia di Finanza, allertata dai funzionari della dogana, ha prontamente avvisato il PM di turno della procura di Busto Arsizio, in provincia di Varese, che ha proceduto all’arresto immediato con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. L’esame su di un campione ha accertato che la droga sequestrata era purissima e di ottima qualità, e messa sul mercato avrebbe fruttato un “bottino” di centinaia di migliaia di euro.

Ci tengo a precisare che il sig. Carlo Roselli (del partito di Forza Italia, e presidente del Circolo IV Torri), assessore comunale di Corato, è lo stesso che (oltre a fare la campagna sui "polli italiani") per contrastare la campagna elettorale di Niki Vendola, giocò sull'omosessualità di quello che poi sarebbe diventato il Presidente della Regione Puglia, facendosi immortalare su maxi-manifesti con tutta la sua famiglia (figlio compreso), mettendo in bella mostra la "NORMALITA'" del suo bel nucleo familiare, la "SANITA'" della famiglia tradizionale, quasi da prendere come esempio di famiglia modello.

Sapete cosa vi dico?
Tenetevi il vostro modello da cartellone propagandistico, figlio narcotrafficante compreso.
Io mi tengo orgogliosamente Niki...

E ovviamente mi chiedo: perchè legalizzare le droghe leggere se ci pensano loro a distribuire quelle pesanti?



(Nella foto: un po' di cocaina, produzione familiare.)

giovedì 15 marzo 2007

Fra Dico e non Dico

Finalmente trovo un po' di tempo per parlarvi del convegno che ho seguito giovedì 8 marzo presso la biblioteca comunale di Corato.
Titolo del convegno-dibattito (per essere precisi, il dibattito non si è mai tenuto) era: "La famiglia oggi: fra Dico e non Dico", allegro gioco di parole per esprimere l'evidente disappunto circa il disegno di legge sulle coppie di fatto.
L'evento, organizzato da un paio di associazioni che "difendono la famiglia" (sarebbe come se io difendessi la fagiolata), ha come relatori l'avvocato De Leonardis, il chierico don Cataldo, l'onorevole Pedrizzi (di AN), e dulcis in fundo la gustosissima onorevole Gabriella Carlucci, la valletta di Forza Italia, quella di Buona Domenica, quella che fu correlatrice di maggioranza della discussa legge Urbani, che a seguito delle polemiche seguite al testo, dichiarò di non averlo letto completamente, insomma quella che avrebbe fatto meglio a rimanere a fare la "ragazza immagine" al Festivalbar.

Bene, avrei molto da dire su questo bel raduno di razzisti, ma non lo farò per non scadere nella trappola degli insulti volgari. Insulti che per tutta la serata sono stati lanciati, in maniera velata e condita da una burrosa ironia, dai santi relatori.

Il primo a prendere la parola è stato quel bel avvocato De Leonardis, un misto tra un tronista di Maria De Filippi e un becchino. Di cappellate, a mio parere, ne ha sparate tante.
- L'avvocato ha chiaramente detto che in Italia non possiamo parlare di Unioni di Fatto, perchè questo andrebbe contro il nostro ceppo culturale-religioso, intaccandolo. Ora io mi chiedo: che me ne frega del ceppo religioso, se io nel 2007 voglio rivendicare dei diritti che mi spettano?
- Il caro avvocato ha fatto anche riferimenti assurdi, accostando alle rivolte nella banlieue parigine l'esistenza delle Coppie di Fatto. Che qualcuno mi trovi qualche collegamento logico tra le due cose.
- Il caro De Leonardis faceva anche l'esempio di Arezzo, comune che ha già adottato una forma di Dico, denunciando il fatto che solo 7 coppie hanno usufruito della legge, quindi quello studiato dal governo è un testo totalmente inutile. Ma mi chiedo, caro De Leonardis, quelle 7 coppie, ovvero 14 persone, da cittadini italiani non hanno diritti?
- Ovviamente questo simpatico omino parlava solo di omosessuali, come se gli eterosessuali non potessero usufruire dei Dico, e faceva i soliti riferimenti all'adozione da parte delle coppie gay, ignorando totalmente il fatto che non si parla di adozioni nei Dico. Si informi prima di partecipare ai convegni.
Chiude in maniera blanda il suo intervento, e si prende l'applauso dalla bigotta folla (80 anni l'età media).

Prende la parola don Cataldo, un chierico conosciuto ai coratini, quello che sul muro della sua parrocchia ha visto comparire qualche mese fa un scritta con una bomboletta che recitava "VERGOGNATI NAZISTA". Inutile domandarsi il motivo.
- Bene, questo servo del Signore (mi viene già da ridere), ha esordito dicendo che il Vaticano esprimendo il suo disappunto sui Dico, non interferisce nella politica italiana. Ma per favore... Basta collegarsi ad un qualsiasi telegiornale per trovare quotidianamente interventi di Papa Nazinger che non fanno altro che condizionare i politici italiani ed influenzare l'opinione pubblica!
- Il prete prosegue dicendo che l'omosessualità è contronatura, perchè gli omosessuali non possono procreare. Allora caro don Cataldo, perchè non prende in mano l'iniziativa e non dà il buon esempio a tutti? Perchè anche lei non comincia ad accoppiarsi e a procreare? Mettiamo fuori legge anche i preti e le suore, visto che non possono procreare?

- Poi il prete ci delizia con un ottimo paragone: dice che la famiglia "normale" deve prendere esempio dalla Sacra Famiglia (Giuseppe, Maria e Gesù), perchè è quello il modello della famiglia sana. Bene don Cataldo! Bellissimo esempio! Però voglio ricordarle, caro don Cataldo, che Giuseppe e Maria non erano sposati, e cosa ancora più divertente, Gesù non era nemmeno figlio di Giuseppe. Se lo ricorda questo? Che modello di normalità è una famiglia del genere?
- Dopo aver fatto i patetici ed insensati riferimenti agli omosessuali e alle adozioni, il buon don Cataldo conclude definendo "quisquiglie" quelli che per altre persone si chiamano DIRITTI.
Complimenti a lei, dunque!

Ed ecco l'intervento più atteso, quello dell'on. Gabriella Carlucci! Prontamente scatta l'applauso, considerate che il 90% dei presenti era lì per vedere "quella che sta in televisione", e magari, con un pizzico di fortuna, per strapparle anche un autografo. "Madò che priscio!"
- Bene, la Carlucci si discosta dalla definizione di "quisquiglie" fatta dal prete qualche minuto prima, e definisce i diritti delle Coppie un "papocchio" privo di morale.
Vorrei ricordare a questa soubrette (si legge Subrèt, ignorante!) che diversi anni fa anche la battaglia per il divorzio era considerata un "papocchio" privo di morale, e quel "papocchio" ha permesso a lei (e a tanti altri che ora fanno i "Santi" quando si parla di Dico) di divorziare!
- La showgirl, continua il suo monologo cadendo nei luoghi comuni più patetici del mondo: "a sinistra ci sono quelli di Rifondazione che sono violenti!". Ok, ricordandole che a destra avete gli spacca-teste di Forza Nuova, le faccio notare come se IO fossi stato violento, mi sarei alzato e le avrei spaccato una sedia in faccia, per il solo gusto di vederle colare un po' di silicone da labbra e zigomi. Ma non l'ho fatto. Io, violento.
- La Carlucci prosegue dicendo che i dico non prevedono doveri per le Coppie, cosa errata. Si legga la legge, onorevole del Paese dei Balocchi. Non ci sono solo diritti...
- Ottima l'uscita che delizia la platea ad un certo punto. Riporto le sue parole:"I ragazzi non si sposano perchè i loro lavori non danno le basi economiche per mettere su famiglia".
E lo sappiamo! E sappiamo anche di chi è il merito: del caro Silvio Berlusconi e del suo precariato di cacca che con la legge Biagi permette il licenziamento di un lavoratore dopo soli 3 mesi di lavoro, senza motivazione alcuna.
- Memorabile un'altra sua affermazione:"I Dico sono voluti da una potentissima lobby di omosessuali". Questa frase è così ridicola che si commenta da sola.
- Infine la ciliegina sulla torta: parlando di quanto faccia schifo vedere due omosessuali che si baciano per strada (tutto questo schifo personalmente non lo vedo), la Carlucci dice che BISOGNA AVERE DECENZA IN PUBBLICO. Dunque, detto da una che fino a poco tempo fa andava in televisione con il culo da fuori a fare la papera, la cosa mi fa morire dal ridere!

L'ultimo intervento è quello dell'onorevole Pedrizzi, che non ho ascoltato. Questo perchè il simpatico deputato di Alleanza Nazionale esordisce chiamando gli omosessuali "FINOCCHI", e parlando di incesto e cose simili. Schifato, mi sono alzato. Certi elementi meriterebbero di andare al Grande Fratello, invece siedono in Parlamento.

Ovviamente il tanto atteso "dibattito" non si è tenuto. Hanno parlato ed insultato solo loro, i puritani cattolici, che si sono elevati al livello di Dio per dispensare giudizi su gente che si ama, e che vorrebbe percorrere strade legali diverse dal matrimonio. Pretendere diritti non significa commettere un reato.
E AMARE non può essere sinonimo di devianza, come ha detto l'illustrissimo don Cataldo.

Il mio disprezzo nei confronti di questa gente è rinnovato.
Concludo: viva l'amore, di ogni forma e di ogni tipo. Se due persone si amano, hanno il diritto di essere tutelati dalla legge!

Ma cosa ne può sapere un prete...



(Nella foto, l'onorevole Gabriella Carlucci mentre difende la moralità.)

giovedì 8 marzo 2007

Giornata della Donna

La leggenda vuole che la festa della donna affondi le proprie radici nella storia dell'incendio avvenuto a New York nella fabbrica Cotton, dove 130 donne in sciopero per le precarie condizioni di lavoro, morirono a causa di un incendio doloso. Secondo altre fonti, invece, la festa della donna nasce durante l'Internazionale Socialista tenuta in Danimarca ad inizio secolo; altre associazioni femministe sostengono che le origini di questa giornata appartengano ad una manifestazione di operaie nella Russia che si preparava alla Rivoluzione.
In ogni caso, la giornata dell'8 marzo è una data simbolica che rivendica i diritti delle donne che, la storia ci insegna, sono stati ripetutamente violati in ogni parte del pianeta, in ogni periodo storico. Anzi, per essere più precisi, le donne non hanno avuto affatto diritti per molti, troppi secoli.
Insomma, l'8 marzo dovrebbe essere una giusta data di commemorazione e ricordo, per prendere atto di ciò che è stato, e migliorare le condizioni attuali delle donne nella società. In tutte le società.

Dico dovrebbe per un motivo ben preciso: molte donne che celebrano questa importantissima giornata, sono state capaci di infangare, negli ultimi anni, il senso di questa ricorrenza, passando da un giorno di riflessione, ad una notte di spogliarellisti e balletti.
E' come se un ebreo, invece di celebrare la Giornata della Memoria, passi a FESTEGGIARE la Giornata della Memoria. Magari in una stanza di albergo con una modella cubana e ottimo champagne.
O sarebbe anche come FESTEGGIARE la Giornata dei Defunti a novembre, andando ad assistere a Miss maglietta bagnata.

Che sia chiaro, il mio non vuole essere un messaggio maschilista, anzi. Cerco di difendere, da persona più o meno civile quale mi ritengo, la memoria di tutte le donne che hanno dovuto subire (e continuano a farlo) ingiustizie di ogni sorta.
Contesto però i metodi adottati da molte signore, che riescono a trasformare una giusta causa, in un'idiozia. Un po' come sono capaci di trasformare un semplice parcheggio in una guerra intergalattica (che mi sia concessa ironia, per carità).

Concludo questa escursione nel mondo femminile augurando a tutte le donne che subiscono ingiustizie di ogni sorta (dalle più banali alle più gravi) di risollevare presto la propria posizione, magari con l'aiuto di uomini dotati di più cervello.
A tutte le altre, più fortunate, una mimosa virtuale e l'augurio di tanta felicità.

E imparate a fare i parcheggi con la macchina, che diamine...

martedì 6 marzo 2007

Paladini della giustizia

Vi racconto, appassionati lettori, della scenetta che mi si è presentata agli occhi questa sera, intorno alle ore 23:30, in pieno centro cittadino, mentre raggiungevo la macchina per tornare a casa.
In compagnia di tre ottimi amici, proseguo lungo il Corso, fiancheggiando il comune, e noto una macchina dei Carabinieri ferma, con due omini in divisa che parlano con un gruppo di ragazzi. Ci tengo a precisare che conosco più o meno bene questi ragazzi, nessun criminale tra loro, ed uno di questi giovani è un immigrato.
A quanto pare i giovani contestavano, in maniera civile (le mie orecchie testimoniano), qualche precedente comportamento dei Carabinieri. Forse si trattava di un verbale. Sciocchezze insomma.

Prende la parola il ragazzo immigrato, proseguendo con la civile contestazione. Pronuncia una frase normalissima, non offensiva, non oltraggiosa, aiutandosi con un leggero movimento del braccio (senza che questo potesse oltraggiare in alcun modo la figura degli "uomini in blu"), ed ecco la pronta reazione dei TUTORI DELLA LEGGE: uno dei due scende dalla macchina, si dirige in maniera minacciosa verso il ragazzo, urla un paio di offese (queste sì, erano oltraggiose, nei confronti dell'immigrato), lo strattona violentemente, continua ad offendere, lo spinge nella macchina, chiude e se lo portano via.

Ora, io non sto qui a dire se il ragazzo aveva ragione a contestare oppure no, ma qui si tratta di descrivere un abuso di potere bello e buono avvenuto davanti agli occhi di una decina di persone. Nessuno ha mosso un dito, ovviamente; io per primo, che avrei probabilmente rischiato di essere insultato e sbattuto dentro a mia volta.

Guardacaso (?) la vittima di questo assurdo e vergognoso abuso è stato un immigrato.

Adesso mi chiedo: nella nostra cara cittadina sentiamo quotidianamente parlare di risse, atti vandalici, incidenti di ogni sorta, e nessuno, ripeto, nessuno degli addetti a salvaguardare l'ordine pubblico fa niente. Però appena si presenta la possibilità, scatta uno spaventoso abuso da parte di chi, con la divisa addosso, probabilmente si sente il Robocop della situazione.

Non so come passerà la nottata quel povero ragazzo, so per certo, però, che queste storie devono finire.

Fino ad oggi si aveva la certezza che Corato fosse piena di delinquenti e teppisti, però non convincetemi del fatto che alcuni di questi indossano la divisa, per favore!

Intanto invito questi "paladini della giustizia" a mettere per un paio di minuti la testa nel cesso, e a vergognarsi, almeno un po'.

sabato 3 marzo 2007

Scacchiera

Quasi non ce ne rendiamo conto, ma l'immagine di una scacchiera riprodotta in più modi, ripetutamente, in maniera quasi ossessiva, in svariati angoli di una qualsiasi ambientazione, dà un certo senso di fastidio, quasi di vertigini.
L'esempio che riporto è quello di una tovaglia a scacchi, in una stanza dove pavimento e muri sono a scacchi, con una lampada a scacchi, tenda a scacchi, tazza di caffè a scacchi.
Quando ci giochi, al gioco degli scacchi, non te ne rendi conto. Non me ne rendo conto nemmeno io. La partita scorre via, sulla scacchiera, e nessun senso di nausea subentra in noi, niente noia.
Eppure quando ci si trova a vedere "dall'esterno" quante volte sia ripetuto il disegno della scacchiera nella giornata media di una persona (media), ci si sente quasi irritati.

Stessa tazza di caffè, stessa nube di fumo, stesse stronzate dette con la compagnia del momento. Stesso aroma nell'aria. Stesso disegno, insomma. Sempre la scacchiera.

Situazione routinaria, quella descritta.
Ci riporta al "caffè e sigaretta combinazione perfetta".
Che sia dannatamente perfetta anche la ripetitiva normalità di ognuno di noi?

Secondo me sì.

venerdì 2 marzo 2007

Cattiva interpretazione

Ci sono corse che si fanno, sfrecciando tra fiumi di rabbia, con le gomme che bruciano su asfalto di adrenalina.
Quando un neurone governa mente e corpo, e una parabola impossibile da disegnare ma capace di strapparti la vita conta quanto il nulla: allora sì, bisogna spaventarsi.

Gelosia infetta di delusione e orgoglio, rabbia e crampi; sentirsi un Cristo qualsiasi, disinteressato alla sua croce, all'improvviso, che scaglia al suolo la sua corona di spine, e borbotta tra bestemmie e sterili risate, per poi urlare alla gente:"Ma siete così ciechi e così sordi? Mi condannate comunque? Ma voi sapete, avete visto..."

L'ora è tarda, dall'alto scorgo il paesaggio, con il suo tornante, la sua passeggiata, il suo fumo, la sua ironia.

E nel frattempo uno stomaco a pezzi cerca di consolare un cuore ferito.

Alla fine saranno gli anestetici sorrisi [cit.], macchiati di idiozia, a trionfare.

Ancora.

Sempre.

Buonanotte...