mercoledì 28 novembre 2007

Vespa e ceci

Questa sera su Rai 1 Bruno Vespa ha condotto l'ennesima puntata di Porta a Porta.
In questa puntata si parlava di pasta e ceci, quanto sono buoni i broccoli, e quanto sia nutriente il minestrone.
Davvero molto bello ed interessante, soprattutto nel giorno in cui il signor Pappalardi è stato arrestato per il presunto omicidio dei suoi due figli, Ciccio e Tore, i ragazzini di Gravina di Puglia.

Ha fatto un po' senso sentire parlare gli illustri ospiti invitati di ceci, proprio oggi, e la mia mente è volata alle cinquecento puntate di Porta a Porta dedicate all'omicidio di Cogne, con la buona Franzoni che una volta si dichiara innocente, l'altra volta presenta il libro, l'altra volta pubblicizza l'asilo, l'altra volta affianca il plastico della casa, mancava solo alla puntata sugli interventi di chirurgia estetica o allo speciale sulla vittoria dei Mondiali di calcio. Prossimamente le vedremo al Grande Fratello mentre è in nomination con Mascia.

Il signor Pappalardi da Gravina di Puglia è troppo povero ed ignorante per meritare uno show (ripetuto più volte) su Porta a Porta pur di montare un siparietto in cui si cerca disperatamente di tirarlo fuori dai guai? Oppure non ha abbastanza amici al Vaticano, come invece succede per il padre della Franzoni?

No che mi interessi molto ora, sia chiaro...chiedevo così, tanto per sapere...tralaltro devo prendere nota della ricetta di pasta e ceci...

Vespa, meglio di te solo la Clerici!

mercoledì 21 novembre 2007

Gengis Khan contro il governo Prodi

Durante lo scorso fine settimana, i militanti del partito politico di Forza Italia (o Partito del popolo italiano delle libertà...sigh...) si sono mobilitati in tutta Italia per una raccolta firme per mandare a casa il governo Prodi.
Sarebbero state raccolte 6-7 milioni di firme, addirittura 8 milioni secondo i berlusconiani organizzatori.

Anche qui a Corato, città tipicamente piena zeppa di berlusconiani, sono stati montati gazebo in diverse piazze, con lo stesso intento di raccogliere gli autografi delle persone stanche del buon Professor Mortadella.

Divertente è stato scoprire che, scorrendo i moduli da firmare, erano presenti i nomi di illustri personaggi del mondo passato e presente: da Gengis Khan a L'Uomo Ragno, passando per Diego Armando Maradona e probabilmente Paperino.

Un paio di miei conoscenti sono addirittura riusciti nell'impresa di firmare quei moduli 15 volte. Fatto giustificabile con l'evidente passione che uno ci può mettere nel mandare a casa Prodi & Co.

Ora, capisco che l'attuale governo di centrosinistra non sia tra i migliori mai visti nella storia, capisco che la finanziaria abbia scontentato parecchia gente, capisco che la sicurezza in Italia latita, ma se si è arrivati a far scomodare Gengis Khan, vuol dire che la situazione è realmente preoccupante. Prodi ora ha un avversario davvero potente, e poco importa a Berlusconi se ha perso l'alleanza di Gianfranco Fini: con Gengis Khan al suo fianco, mandare a casa Prodi e tornare al governo non sarà più un'impresa difficile.

E magari si riuscirà ad unificare nuovamente i remoti popoli della fredda Mongolia...

venerdì 16 novembre 2007

Lettera antifascista da Bari

Questa mattina, come facciamo sempre, siamo andati ad aprire la Casbah e con sorpresa, alla quale è seguita rabbia, abbiamo trovato la sarcinesca del Cafè Sociale riempita di manifesti di Azione Giovani, la cassetta delle lettere distrutta, e segni di calci. Oltre ai danni alla sarcinesca, che con enorme fatica economica copriremo, resta in tutte/i noi una paura. Questa notte infatti è stata inoltre disegnata una Croce Celtica sulla Sarcinesca del Circolo del PRC-SE “Primo Maggio”. E accade ancora che nello scorso week end Fiamma Tricolore apra la sua sede e tappezzi la città di manifesti con il Fascio Littorio, e Forza Nuova inauguri un negozio (anzi urban store), e ancora Apulia Skinhead riempia la città di scritte che inneggiano al ventennio, alla violenza, all'autodifesa da una supposta invasione comunista. Molti dirigenti di Azione Universitaria si fregiano di celtiche mentre passeggiano liberamente per l'Università minacciando, come è successo qualche giorno fa con una compagna del Collettivo di Lettere e Filosofia, di rappresaglie rispetto a non si sa cosa, rappresaglie di antichissima e triste memoria. Questa è la cronaca del presente a Bari. Una cronaca che parla solo del Novembre 2007. Ci avviciniamo al 28 Novembre, giornata che riporta alla memoria collettiva quell'episodio terribile del lontano 1977 quando dalla sede del Movimento Sociale uscì una squadraccia fascista per andare a colpire il movimento politico e tramortire le sue reali richieste di cambiamento. Chi pagò per tutto e per tutti fu Benedetto Petrone, 18 anni, operaio comunista della città vecchia. Chi gliela fece pagare lo scelse perchè più lento e debole in quanto claudicante. Nel bene o nel male sono passati trent’anni. Che ognuno si faccia i propri conti, le sue cronologie e le sue ricostruzioni a posteriori. E’ però un fatto indiscutibile che il 29 Novembre di trent’anni fa la Bari antifascista e democratica era per strada a manifestare dolore, rabbia e indignazione per una morte. Colpevoli di voler cambiare il mondo è l’unico elemento che rende possibile una connessione lunga trent’anni. Perchè la politica non sarà bella ma almeno riesce talvolta ad essere edificante. Lo possono testimoniare coloro che hanno vissuto quei fatti e che magari non fanno più militanza ma non si sono lasciati andare, contribuendo secondo diverse attività -comunque tutte necessarie- a cambiare il mondo. E lo possono testimoniare i diciottenni che –trent’anni dopo- vogliono cambiare il mondo facendo attività in una sezione di Partito che porta il nome di Benedetto Petrone. Lo potranno testimoniare tutte/i quelli che quel giorno per un motivo o per l’altro non potevano o non volevano esserci a quell’appuntamento con la storia. Lo potranno testimoniare tutte le nuove generazioni con la consapevolezza –sia chiaro a tutti- di non essere nani sulle spalle dei giganti ma di essere ragazze/i generose/i, sognatrici/tori e attive/i come lo era Benedetto. Proprio per questo le/i Compagne/i della Casbah denunciano un clima che sta montando in città fatto di violenza ed intolleranza ed invitano tutte/i le/i democratiche/i di Bari a partecipare il 28 Novembre alla Manifestazione antifascista in ricordo di Benedetto e a tutte le iniziative che in quella giornata riempiranno di arte, culture, diritti, gioia la città. Per noi è importante, in questo momento come non mai, che la Città capace di svegliarsi il 29 Novembre, dica ancora a trent'anni di distanza ed in modo collettivo, che ripudia il fascismo e la violenza e che continua ancora il presidio democratico, quello per cui un ragazzo trent'anni fa perse la vita.

Nicola

lunedì 12 novembre 2007

Sono un Ultras vivo

Sono distrutto.
Potrei dire che sono delle merde; potrei dire che mi viene voglia di mollare tutto; potrei dire che i media sparano solo stronzate; potrei dire che sembra un "Carlo Giuliani 2", con il solito "caso" che uccide le persone, con la solita pietra o il solito piccione che devia il colpo; potrei dire che una persona seduta in macchina non può, per forza di cose, contemporaneamente portare avanti una rissa; potrei dire che per Raciti è stato fermato un campionato, mentre per un Ultras dobbiamo fermalo Noi; potrei dire tante cose, e buttarci giù fiumi di parole sprecate...

Sprecate perchè il 99% di chi non è Ultras parla per partito preso, con una saccenza estrema, solo perchè ha letto o sentito qualcosa da qualche parte, ma un piede in Curva non ce l'ha mai messo.
Parole sprecate, perchè nessuno è pronto ad ascoltare le parole di chi è considerato a priori come un deviato. Fa molto più effetto, infatti, vedere una vedova (mantenuta dallo stato) che gira per l'Italia dando dei delinquenti a gente che nemmeno conosce.

Oggi è morto Gabriele, un ragazzo che non conoscevo, un ragazzo che sosteneva colori diversi dai miei, un ragazzo che conduceva una vita diversa dalla mia. Una cosa però ci univa: l'amore profondo per i propri colori, per la propria Curva, per il nostro Credo.
Gabriele non c'è più, l'hanno ucciso, l'hanno ammazzato i poliziotti, i giornalisti, la politica, gli interessi economici delle televisioni private e dei dirigenti.

Mi viene voglia di lasciare. Non so se lo farò.
So solo che, forse, è proprio questo quello che vogliono gli assassini di Gabriele.

Quella sciarpa, quella bandiera, quei cori, quei viaggi, quei panini, quel sentimento fantastico, quel Credo che mi porta a cantare "io non lo so perchè non resto a casa"...è questo che vogliono cancellare.

Mi viene voglia di lasciare. Non so se ci riuscirò.
So solo che qualcuno resisterà, o almeno ci proverà.
A loro mi rivolgo, e a loro dico AVANTI ULTRAS!

Gabriele, riposa in pace.

martedì 22 maggio 2007

Travaglio su Dell'Utri

Riporto questa lettera scritta da Marco Travaglio, pubblicata sul blog di Beppe Grillo www.beppegrillo.it

"Caro Beppe,vorrei comunicare a tutti gli amici del blog l’ultima notizia scomparsa di una lunga serie. Il 15 maggio 2007 la III Corte d’appello di Milano ha condannato il senatore forzista Marcello Dell’Utri e il boss della mafia di Trapani Vincenzo Virga a 2 anni per ciascuno per tentata estorsione. Nessun giornale, a parte l’Unità e il Corriere della sera, l’ha scritto. Nessun telegiornale o programma televisivo, tranne Annozero, l’ha detto. L’Ansa, onde evitare che qualcuno se ne accorgesse, ha dedicato alla cosa ben sette righe e mezza, sotto questo titolo depistante: “Sponsorizzazioni: confermata in appello condanna Dell’Utri”. Come se il reato fosse la sponsorizzazione. Nel testo, si spiegava (si fa per dire) che l’estorsione riguardava imprecisate “modalità di sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani”. Quanto a Virga, l’Ansa “dimenticava” di spiegare che è un boss mafioso, vicinissimo a Provenzano, arrestato dopo lunga latitanza nel 2001 e condannato all’ergastolo per mafia e omicidio.Riepilogo brevemente i fatti. Nel 1990 il presidente della Pallacanestro Trapani, Vincenzo Garraffa, medico e futuro deputato del Pri, cerca uno sponsor per la sua squadra, neopromossa in serie A2. Publitalia, la concessionaria Fininvest presieduta da Dell’Utri, lo mette in contatto con la Dreher-Heineken. Si firma il contratto: per 1 miliardo e mezzo di lire, i giocatori esibiranno sulle magliette il logo della “Birra Messina”, marchio italiano della multinazionale tedesca. Garraffa paga la provvigione a Publitalia: 170 milioni. Ma due funzionari della concessionaria berlusconiana battono cassa e pretendono da lui altri 530 milioni, in nero. In pratica, Publitalia vuole indietro la metà del valore della sponsorizzazione, ovviamente sottobanco. Garraffa rifiuta e, ai primi del ’92, incontra Dell’Utri a Milano. Gli spiega di non disporre di fondi neri e di non poter pagare senza fattura. Dell’Utri – come denuncerà Garraffa – lo minaccia: “Ci pensi, abbiamo uomini e mezzi per convincerla a pagare”. Garraffa non paga. E, qualche settimana dopo, riceve nell’ospedale di cui è primario una visita indimenticabile: quella del capomafia Vincenzo Virga, scortato da un guardaspalle. Virga è di poche parole: “Sono stato incaricato da Marcello Dell’Utri e da altri amici di vedere come è possibile risolvere il problema di Publitalia”. Garraffa ribatte: “Senza fattura, non intendo pagare”. E Virga: “Capisco, riferirò. Se ci sono novità, la verrò a trovare…”.L’anno seguente la Pallacanestro Trapani, nonostante i successi sul campo, non trova più uno sponsor. Garraffa s’inventa un’autosponsorizzazione antimafia, ovviamente gratuita, con lo slogan “L’Altra Sicilia”. Che gli porta fortuna: la squadra viene promossa in serie A. Maurizio Costanzo invita lui e i suoi giocatori a parlarne al “Costanzo Show”, su Canale5. Ma poi, all’ultimo momento, cambia idea e disdice l’invito. Garraffa ci vede lo zampino di Dell’Utri. E denuncia tutto ai magistrati di Palermo. Che trasmettono gli atti, per competenza, al Tribunale di Milano. Qui Dell’Utri e Virga vengono condannati per tentata estorsione aggravata a 2 anni a testa. L’altro giorno, la Corte d’appello ha confermato le condanne.Ora manca soltanto la Cassazione. Dell’Utri intanto è stato condannato definitivamente a 2 anni per false fatture in altre sponsorizzazioni gonfiate e in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Naturalmente, visto il pedigree, rimane a pie’ fermo in Parlamento e viene pubblicamente elogiato per la sua “intelligenza” da diessini dalemiani come Nicola Latorre (niente a che vedere con Pio La Torre, ammazzato dalla mafia) e ossequiosamente intervistato da giornali e tv su tutto lo scibile umano, fuorchè sulle sue condanne.Come ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito premesso: “Non parliamo dei suoi processi”. Dell’Utri, comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare. Anzi, ha aggiunto che il suo giornalista preferito è Luca Sofri. Che, guardacaso, è il marito della Bignardi. Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non parlare mai. Il senatore ha uomini e mezzi per convincere."

Marco Travaglio

mercoledì 28 marzo 2007

Traffico internazionale di stupefacenti, nonostante la "famiglia modello"

Riporto l'articolo comparso sul portale cittadino www.coratolive.it pochi giorni fa, dove si parla di un clamoroso arresto per traffico internazionale di stupefacenti. Ecco a voi:

È stato fermato venerdì scorso all’aeroporto internazionale di Malpensa di ritorno da Lima in Perù, con 9 kg di cocaina nascosti nel doppio fondo della sua valigia. Per l'insospettabile coratino 25enne Mario Roselli, figlio dell'assessore Carlo Roselli, è subito sfumata la possibilità di farla franca. La Guardia di Finanza, allertata dai funzionari della dogana, ha prontamente avvisato il PM di turno della procura di Busto Arsizio, in provincia di Varese, che ha proceduto all’arresto immediato con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. L’esame su di un campione ha accertato che la droga sequestrata era purissima e di ottima qualità, e messa sul mercato avrebbe fruttato un “bottino” di centinaia di migliaia di euro.

Ci tengo a precisare che il sig. Carlo Roselli (del partito di Forza Italia, e presidente del Circolo IV Torri), assessore comunale di Corato, è lo stesso che (oltre a fare la campagna sui "polli italiani") per contrastare la campagna elettorale di Niki Vendola, giocò sull'omosessualità di quello che poi sarebbe diventato il Presidente della Regione Puglia, facendosi immortalare su maxi-manifesti con tutta la sua famiglia (figlio compreso), mettendo in bella mostra la "NORMALITA'" del suo bel nucleo familiare, la "SANITA'" della famiglia tradizionale, quasi da prendere come esempio di famiglia modello.

Sapete cosa vi dico?
Tenetevi il vostro modello da cartellone propagandistico, figlio narcotrafficante compreso.
Io mi tengo orgogliosamente Niki...

E ovviamente mi chiedo: perchè legalizzare le droghe leggere se ci pensano loro a distribuire quelle pesanti?



(Nella foto: un po' di cocaina, produzione familiare.)

giovedì 15 marzo 2007

Fra Dico e non Dico

Finalmente trovo un po' di tempo per parlarvi del convegno che ho seguito giovedì 8 marzo presso la biblioteca comunale di Corato.
Titolo del convegno-dibattito (per essere precisi, il dibattito non si è mai tenuto) era: "La famiglia oggi: fra Dico e non Dico", allegro gioco di parole per esprimere l'evidente disappunto circa il disegno di legge sulle coppie di fatto.
L'evento, organizzato da un paio di associazioni che "difendono la famiglia" (sarebbe come se io difendessi la fagiolata), ha come relatori l'avvocato De Leonardis, il chierico don Cataldo, l'onorevole Pedrizzi (di AN), e dulcis in fundo la gustosissima onorevole Gabriella Carlucci, la valletta di Forza Italia, quella di Buona Domenica, quella che fu correlatrice di maggioranza della discussa legge Urbani, che a seguito delle polemiche seguite al testo, dichiarò di non averlo letto completamente, insomma quella che avrebbe fatto meglio a rimanere a fare la "ragazza immagine" al Festivalbar.

Bene, avrei molto da dire su questo bel raduno di razzisti, ma non lo farò per non scadere nella trappola degli insulti volgari. Insulti che per tutta la serata sono stati lanciati, in maniera velata e condita da una burrosa ironia, dai santi relatori.

Il primo a prendere la parola è stato quel bel avvocato De Leonardis, un misto tra un tronista di Maria De Filippi e un becchino. Di cappellate, a mio parere, ne ha sparate tante.
- L'avvocato ha chiaramente detto che in Italia non possiamo parlare di Unioni di Fatto, perchè questo andrebbe contro il nostro ceppo culturale-religioso, intaccandolo. Ora io mi chiedo: che me ne frega del ceppo religioso, se io nel 2007 voglio rivendicare dei diritti che mi spettano?
- Il caro avvocato ha fatto anche riferimenti assurdi, accostando alle rivolte nella banlieue parigine l'esistenza delle Coppie di Fatto. Che qualcuno mi trovi qualche collegamento logico tra le due cose.
- Il caro De Leonardis faceva anche l'esempio di Arezzo, comune che ha già adottato una forma di Dico, denunciando il fatto che solo 7 coppie hanno usufruito della legge, quindi quello studiato dal governo è un testo totalmente inutile. Ma mi chiedo, caro De Leonardis, quelle 7 coppie, ovvero 14 persone, da cittadini italiani non hanno diritti?
- Ovviamente questo simpatico omino parlava solo di omosessuali, come se gli eterosessuali non potessero usufruire dei Dico, e faceva i soliti riferimenti all'adozione da parte delle coppie gay, ignorando totalmente il fatto che non si parla di adozioni nei Dico. Si informi prima di partecipare ai convegni.
Chiude in maniera blanda il suo intervento, e si prende l'applauso dalla bigotta folla (80 anni l'età media).

Prende la parola don Cataldo, un chierico conosciuto ai coratini, quello che sul muro della sua parrocchia ha visto comparire qualche mese fa un scritta con una bomboletta che recitava "VERGOGNATI NAZISTA". Inutile domandarsi il motivo.
- Bene, questo servo del Signore (mi viene già da ridere), ha esordito dicendo che il Vaticano esprimendo il suo disappunto sui Dico, non interferisce nella politica italiana. Ma per favore... Basta collegarsi ad un qualsiasi telegiornale per trovare quotidianamente interventi di Papa Nazinger che non fanno altro che condizionare i politici italiani ed influenzare l'opinione pubblica!
- Il prete prosegue dicendo che l'omosessualità è contronatura, perchè gli omosessuali non possono procreare. Allora caro don Cataldo, perchè non prende in mano l'iniziativa e non dà il buon esempio a tutti? Perchè anche lei non comincia ad accoppiarsi e a procreare? Mettiamo fuori legge anche i preti e le suore, visto che non possono procreare?

- Poi il prete ci delizia con un ottimo paragone: dice che la famiglia "normale" deve prendere esempio dalla Sacra Famiglia (Giuseppe, Maria e Gesù), perchè è quello il modello della famiglia sana. Bene don Cataldo! Bellissimo esempio! Però voglio ricordarle, caro don Cataldo, che Giuseppe e Maria non erano sposati, e cosa ancora più divertente, Gesù non era nemmeno figlio di Giuseppe. Se lo ricorda questo? Che modello di normalità è una famiglia del genere?
- Dopo aver fatto i patetici ed insensati riferimenti agli omosessuali e alle adozioni, il buon don Cataldo conclude definendo "quisquiglie" quelli che per altre persone si chiamano DIRITTI.
Complimenti a lei, dunque!

Ed ecco l'intervento più atteso, quello dell'on. Gabriella Carlucci! Prontamente scatta l'applauso, considerate che il 90% dei presenti era lì per vedere "quella che sta in televisione", e magari, con un pizzico di fortuna, per strapparle anche un autografo. "Madò che priscio!"
- Bene, la Carlucci si discosta dalla definizione di "quisquiglie" fatta dal prete qualche minuto prima, e definisce i diritti delle Coppie un "papocchio" privo di morale.
Vorrei ricordare a questa soubrette (si legge Subrèt, ignorante!) che diversi anni fa anche la battaglia per il divorzio era considerata un "papocchio" privo di morale, e quel "papocchio" ha permesso a lei (e a tanti altri che ora fanno i "Santi" quando si parla di Dico) di divorziare!
- La showgirl, continua il suo monologo cadendo nei luoghi comuni più patetici del mondo: "a sinistra ci sono quelli di Rifondazione che sono violenti!". Ok, ricordandole che a destra avete gli spacca-teste di Forza Nuova, le faccio notare come se IO fossi stato violento, mi sarei alzato e le avrei spaccato una sedia in faccia, per il solo gusto di vederle colare un po' di silicone da labbra e zigomi. Ma non l'ho fatto. Io, violento.
- La Carlucci prosegue dicendo che i dico non prevedono doveri per le Coppie, cosa errata. Si legga la legge, onorevole del Paese dei Balocchi. Non ci sono solo diritti...
- Ottima l'uscita che delizia la platea ad un certo punto. Riporto le sue parole:"I ragazzi non si sposano perchè i loro lavori non danno le basi economiche per mettere su famiglia".
E lo sappiamo! E sappiamo anche di chi è il merito: del caro Silvio Berlusconi e del suo precariato di cacca che con la legge Biagi permette il licenziamento di un lavoratore dopo soli 3 mesi di lavoro, senza motivazione alcuna.
- Memorabile un'altra sua affermazione:"I Dico sono voluti da una potentissima lobby di omosessuali". Questa frase è così ridicola che si commenta da sola.
- Infine la ciliegina sulla torta: parlando di quanto faccia schifo vedere due omosessuali che si baciano per strada (tutto questo schifo personalmente non lo vedo), la Carlucci dice che BISOGNA AVERE DECENZA IN PUBBLICO. Dunque, detto da una che fino a poco tempo fa andava in televisione con il culo da fuori a fare la papera, la cosa mi fa morire dal ridere!

L'ultimo intervento è quello dell'onorevole Pedrizzi, che non ho ascoltato. Questo perchè il simpatico deputato di Alleanza Nazionale esordisce chiamando gli omosessuali "FINOCCHI", e parlando di incesto e cose simili. Schifato, mi sono alzato. Certi elementi meriterebbero di andare al Grande Fratello, invece siedono in Parlamento.

Ovviamente il tanto atteso "dibattito" non si è tenuto. Hanno parlato ed insultato solo loro, i puritani cattolici, che si sono elevati al livello di Dio per dispensare giudizi su gente che si ama, e che vorrebbe percorrere strade legali diverse dal matrimonio. Pretendere diritti non significa commettere un reato.
E AMARE non può essere sinonimo di devianza, come ha detto l'illustrissimo don Cataldo.

Il mio disprezzo nei confronti di questa gente è rinnovato.
Concludo: viva l'amore, di ogni forma e di ogni tipo. Se due persone si amano, hanno il diritto di essere tutelati dalla legge!

Ma cosa ne può sapere un prete...



(Nella foto, l'onorevole Gabriella Carlucci mentre difende la moralità.)

giovedì 8 marzo 2007

Giornata della Donna

La leggenda vuole che la festa della donna affondi le proprie radici nella storia dell'incendio avvenuto a New York nella fabbrica Cotton, dove 130 donne in sciopero per le precarie condizioni di lavoro, morirono a causa di un incendio doloso. Secondo altre fonti, invece, la festa della donna nasce durante l'Internazionale Socialista tenuta in Danimarca ad inizio secolo; altre associazioni femministe sostengono che le origini di questa giornata appartengano ad una manifestazione di operaie nella Russia che si preparava alla Rivoluzione.
In ogni caso, la giornata dell'8 marzo è una data simbolica che rivendica i diritti delle donne che, la storia ci insegna, sono stati ripetutamente violati in ogni parte del pianeta, in ogni periodo storico. Anzi, per essere più precisi, le donne non hanno avuto affatto diritti per molti, troppi secoli.
Insomma, l'8 marzo dovrebbe essere una giusta data di commemorazione e ricordo, per prendere atto di ciò che è stato, e migliorare le condizioni attuali delle donne nella società. In tutte le società.

Dico dovrebbe per un motivo ben preciso: molte donne che celebrano questa importantissima giornata, sono state capaci di infangare, negli ultimi anni, il senso di questa ricorrenza, passando da un giorno di riflessione, ad una notte di spogliarellisti e balletti.
E' come se un ebreo, invece di celebrare la Giornata della Memoria, passi a FESTEGGIARE la Giornata della Memoria. Magari in una stanza di albergo con una modella cubana e ottimo champagne.
O sarebbe anche come FESTEGGIARE la Giornata dei Defunti a novembre, andando ad assistere a Miss maglietta bagnata.

Che sia chiaro, il mio non vuole essere un messaggio maschilista, anzi. Cerco di difendere, da persona più o meno civile quale mi ritengo, la memoria di tutte le donne che hanno dovuto subire (e continuano a farlo) ingiustizie di ogni sorta.
Contesto però i metodi adottati da molte signore, che riescono a trasformare una giusta causa, in un'idiozia. Un po' come sono capaci di trasformare un semplice parcheggio in una guerra intergalattica (che mi sia concessa ironia, per carità).

Concludo questa escursione nel mondo femminile augurando a tutte le donne che subiscono ingiustizie di ogni sorta (dalle più banali alle più gravi) di risollevare presto la propria posizione, magari con l'aiuto di uomini dotati di più cervello.
A tutte le altre, più fortunate, una mimosa virtuale e l'augurio di tanta felicità.

E imparate a fare i parcheggi con la macchina, che diamine...

martedì 6 marzo 2007

Paladini della giustizia

Vi racconto, appassionati lettori, della scenetta che mi si è presentata agli occhi questa sera, intorno alle ore 23:30, in pieno centro cittadino, mentre raggiungevo la macchina per tornare a casa.
In compagnia di tre ottimi amici, proseguo lungo il Corso, fiancheggiando il comune, e noto una macchina dei Carabinieri ferma, con due omini in divisa che parlano con un gruppo di ragazzi. Ci tengo a precisare che conosco più o meno bene questi ragazzi, nessun criminale tra loro, ed uno di questi giovani è un immigrato.
A quanto pare i giovani contestavano, in maniera civile (le mie orecchie testimoniano), qualche precedente comportamento dei Carabinieri. Forse si trattava di un verbale. Sciocchezze insomma.

Prende la parola il ragazzo immigrato, proseguendo con la civile contestazione. Pronuncia una frase normalissima, non offensiva, non oltraggiosa, aiutandosi con un leggero movimento del braccio (senza che questo potesse oltraggiare in alcun modo la figura degli "uomini in blu"), ed ecco la pronta reazione dei TUTORI DELLA LEGGE: uno dei due scende dalla macchina, si dirige in maniera minacciosa verso il ragazzo, urla un paio di offese (queste sì, erano oltraggiose, nei confronti dell'immigrato), lo strattona violentemente, continua ad offendere, lo spinge nella macchina, chiude e se lo portano via.

Ora, io non sto qui a dire se il ragazzo aveva ragione a contestare oppure no, ma qui si tratta di descrivere un abuso di potere bello e buono avvenuto davanti agli occhi di una decina di persone. Nessuno ha mosso un dito, ovviamente; io per primo, che avrei probabilmente rischiato di essere insultato e sbattuto dentro a mia volta.

Guardacaso (?) la vittima di questo assurdo e vergognoso abuso è stato un immigrato.

Adesso mi chiedo: nella nostra cara cittadina sentiamo quotidianamente parlare di risse, atti vandalici, incidenti di ogni sorta, e nessuno, ripeto, nessuno degli addetti a salvaguardare l'ordine pubblico fa niente. Però appena si presenta la possibilità, scatta uno spaventoso abuso da parte di chi, con la divisa addosso, probabilmente si sente il Robocop della situazione.

Non so come passerà la nottata quel povero ragazzo, so per certo, però, che queste storie devono finire.

Fino ad oggi si aveva la certezza che Corato fosse piena di delinquenti e teppisti, però non convincetemi del fatto che alcuni di questi indossano la divisa, per favore!

Intanto invito questi "paladini della giustizia" a mettere per un paio di minuti la testa nel cesso, e a vergognarsi, almeno un po'.

sabato 3 marzo 2007

Scacchiera

Quasi non ce ne rendiamo conto, ma l'immagine di una scacchiera riprodotta in più modi, ripetutamente, in maniera quasi ossessiva, in svariati angoli di una qualsiasi ambientazione, dà un certo senso di fastidio, quasi di vertigini.
L'esempio che riporto è quello di una tovaglia a scacchi, in una stanza dove pavimento e muri sono a scacchi, con una lampada a scacchi, tenda a scacchi, tazza di caffè a scacchi.
Quando ci giochi, al gioco degli scacchi, non te ne rendi conto. Non me ne rendo conto nemmeno io. La partita scorre via, sulla scacchiera, e nessun senso di nausea subentra in noi, niente noia.
Eppure quando ci si trova a vedere "dall'esterno" quante volte sia ripetuto il disegno della scacchiera nella giornata media di una persona (media), ci si sente quasi irritati.

Stessa tazza di caffè, stessa nube di fumo, stesse stronzate dette con la compagnia del momento. Stesso aroma nell'aria. Stesso disegno, insomma. Sempre la scacchiera.

Situazione routinaria, quella descritta.
Ci riporta al "caffè e sigaretta combinazione perfetta".
Che sia dannatamente perfetta anche la ripetitiva normalità di ognuno di noi?

Secondo me sì.

venerdì 2 marzo 2007

Cattiva interpretazione

Ci sono corse che si fanno, sfrecciando tra fiumi di rabbia, con le gomme che bruciano su asfalto di adrenalina.
Quando un neurone governa mente e corpo, e una parabola impossibile da disegnare ma capace di strapparti la vita conta quanto il nulla: allora sì, bisogna spaventarsi.

Gelosia infetta di delusione e orgoglio, rabbia e crampi; sentirsi un Cristo qualsiasi, disinteressato alla sua croce, all'improvviso, che scaglia al suolo la sua corona di spine, e borbotta tra bestemmie e sterili risate, per poi urlare alla gente:"Ma siete così ciechi e così sordi? Mi condannate comunque? Ma voi sapete, avete visto..."

L'ora è tarda, dall'alto scorgo il paesaggio, con il suo tornante, la sua passeggiata, il suo fumo, la sua ironia.

E nel frattempo uno stomaco a pezzi cerca di consolare un cuore ferito.

Alla fine saranno gli anestetici sorrisi [cit.], macchiati di idiozia, a trionfare.

Ancora.

Sempre.

Buonanotte...

mercoledì 28 febbraio 2007

Parola di Peppino

Dalle risonanze teoriche sull'origine dell'universo, si può passare al concetto di entropia, così come ci viene presentato da un fisico che non è un ambientalista. Il concetto poi, com'è noto, si è esteso in modo specifico alle scienze della natura ed in particolare alla bioscienza.
Conclusione: c'è gente che sta poco bene.

lunedì 26 febbraio 2007

Corpo a Corpo

Mi sembra giusto condividere con i lettori di questo blog le parole che mi accompagnano in sottofondo in questo momento. Testo di una canzone direi stupenda, che qui condivido.

(Per scaricare il fantastico video di "Corpo a Corpo" che, vi ricordo, è stato censurato in tv, fare click qui SCARICA)

CORPO A CORPO

Stanco di vedere le parole che muoiono
stanco di vedere che le cose non cambiano
stanco di dover restare all’erta ancora
respirare l’aria come lama alla gola.
Stanco di vedere le parole che muoiono
stanco di vedere che le cose non cambiano
stanco di dover restare all’erta ancora
respirare l’aria come lama alla gola.
Andare a piedi fino a dove non senti dolore
solo per capire se sai ancora camminare.
Il mondo è un corpo coperto di lividi,
i miei pensieri sempre più vividi.
Corpi sulla strada che si lasciano affittare,
tavole anatomiche da saccheggiare.
Corpo perfetto, corpo immortale.
Il corpo è la frontiera che si può violare.

SANTI BUROCRATI SANGUE D’IPOCRITI
LA VITA SPESSO È UNA DISCARICA DI SOGNI
CHE SEMBRA UN FILM DOVE TUTTO È DECISO
SOTTO AD UN CIELO D’UN GRIGIO INFINITO.

Andare a piedi fino a dove non senti dolore
solo per capire se sai ancora camminare.
Sono le gambe piene di lividi,
sono pensieri sempre più ruvidi.
Corpi di macerie da telegiornale,
corpi diplomatici in diretta a conquistare.
Suona la marcia suonala ancora,
la morte veste bene quando scatta l’ora.
Cristi che piangono per troppo dolore,
l’angoscia di un pianeta che puoi sezionare.
Taglia la torta, tagliala ancora:
chi è ricco resta vivo mentre il povero muore.
Corpi e macerie da conquistare
per un corpo d’armata sotto le fanfare.
Corpo straziato, corpo a corpo,
il corpo è l’innocenza che si può spezzare.

SANTI BUROCRATI SANGUE D’IPOCRITI
LA VITA SPESSO È UNA DISCARICA DI SOGNI
CHE SEMBRA UN FILM DOVE TUTTO È DECISO
SOTTO AD UN CIELO DI UN GRIGIO INFINITO.
SANTI BUROCRATI SEME D’IPOCRITI
LA VITA È SCRITTA SOPRA UN CUMULO DI SOGNI
COME IN UN FILM DOVE TUTTO È DECISO
SOTTO AD UN CIELO DI UN GRIGIO INFINITO.

-Subsonica-

lunedì 19 febbraio 2007

Quagmire

Come è giusto che sia, riporto su questo neonato blog la chicca che ha come protagonista il grandissimo Glenn Quagmire, una scenetta che adoro e che ho già divulgato più volte sulla rete e nella vita reale.
Ecco quindi un omaggio al mitico personaggio che è Quagmire (lo ricordo, amico di Peter Griffin), un uomo che ha certamente capito tutto della vita!

<venditore> Chi offre qualcosa per queste mutande sequestrate ad una prostituta?

<Quagmire>[alza la mano] 50 dollari!

<venditore> Vi avviso che la prostituata ha trasmesso 20 malattie diverse in queste mutande...

<Quagmire> 45 dollari!

<venditore> E se l'è fatta addosso quando l'abbiamo presa!

<Quagmire> 50 dollari!

domenica 18 febbraio 2007

L'inutilità dell'appendice


E' incredibile come un caffè virtuale, di quelli che lasciano la tazza candida e nessun aroma nell'aria, possa stimolare i cervelli malconci di alcuni poveri ragazzi.

Il quesito, nato tra chiappe al vento e combattimenti "uomo-versus-moka", è il seguente: a cosa diavolo serve l'appendice?
Ovviamente non parlo dell'appendice del libro, ma di quella dell'intestino.

Per chi non lo sapesse, l'appendice non è altro che un prolungamento dell'intestino crasso. Si presenta come una sorta di piccolo tubo, dalle dimensioni di qualche centimetro.
Insomma, ha tutta l'aria di essere una parte del corpo abbastanza importante, di poter dire la sua nel suo campo.

Senza intestino non si digerisce (quindi non si fa la cacca), ed è facilmente presumibile il fatto che se l'intestino ha deciso di inglobare nel suo complesso insieme anche l'appendice, vorrà dire che questa servirà pure a qualcosa!
Eppure sappiamo tutti che capita spesso che l'infiammazione della stessa appendice costringe molte persone ad intervenire chirurgicamente, effettuando la famosa appendicectomia.
Per dirlo in maniera più popolare, mi riferisco a tutte quelle volte che si sente dire "Ho fatto l'appendicite".

Chi asporta l'appendice in seguito alla famosa infiammazione, non sembra risentirne in modi particolari: digerisce comunque allo stesso modo di chiunque altro, fa la cacca puzzolente come chiunque altro, e risolve sudoku come chiunque altro appendice-munito.

In pratica, senza appendice si vive comunque, e nessuno ne risente.

Io ho (ancora) l'appendice, fino ad ora non si è (ancora) infiammata, quindi posso dire di avere (ancora) una vita intestinale piuttosto tranquilla. Chi si è operato all'appendice, dice lo stesso.

Torno sul quesito: a cosa diavolo serve l'appendice?

Si vive comunque bene, nessuno se ne accorge se l'hai asportata o se sei ancora integro, non hai nessun bonus sui punti della patente.

Dunque, l'appendice è totalmente inutile.
Quindi se è inutile l'appendice, non oso minimamente immaginare quanta ferraglia inutile campeggi nel mio organismo!

Perplesso, condivido con voi lettori e lettrici questo problema, certo che voi tutti cercherete una risposta logica all'esistenza di questo simpatico cilindro attaccato al nostro profumatissimo intestino.

La risposta logica che mi sono dato?

Eccola: l'appendice serve per avere una cicatrice fighissima da mostrare con fierezza agli amici, una volta asportata tramite l'appendicectomia.

Buonanotte.

sabato 17 febbraio 2007

A chi interessa il blog?


Libro di storia economica, telefonino, un paio di cd, un pezzo di focaccia, una miriade di penne e il mio caro pc. Questo alberga sul tavolo bianco che è il mio piccolo grande mondo, per diverse ore al giorno. Per diverse ore a notte.

Mi interrogavo sull'utilità effettiva di un blog.
Escludendo ovviamente quei blog che hanno un seguito di pubblico per motivi di interesse quasi mediatico. Mi riferisco, ad esempio, al blog di Beppe Grillo (che personalmente seguo saltuariamente), o a quello messo su dalla famiglia di Federico Aldrovandi (consiglio a tutti di darci un'occhiata). O ancora blog di politici e politicanti.
Questi da me elencati, per un motivo o per un altro, hanno un seguito di pubblico, numericamente abbastanza costante.

Mi interrogavo sull'utilità effettiva di un blog, quello personale.
Tipo questo, insomma. O anche tipo quella miriade di blog che campeggiano su internet.
Chi può essere interessato a leggere la caterva di stronzate che il sottoscritto mette in condivisione su queste pagine?

Io seguo in maniera saltuaria, lo confesso, alcuni blog personali.
Si tratta sempre, però, di blog di gente che già conosco per motivi extravirtuali, diciamo così.
Io conosco Cataldo - Cataldo mi fa ridere - Leggo il blog di Cataldo
Io conosco Vittorio - Vittorio è un gran figo - Leggo il blog di Vittorio
Io conosco Pippo - Pippo è un mito - Leggo il blog di Pippo
E potrei continuare in questo modo per ancora una manciata di blog.

Ora, io che conosco Vittorio, conosco anche il repertorio di stronzate che questo simpatico elemento possiede; in linea di massima posso sostenere con una certa sicurezza che conosco anche le corbellerie che potenzialmente può partorire la sua sontuosa mente. Per questo leggo il suo blog.
Lo conosco, so a cosa vado incontro, sono consapevole di usufruire di un prodotto che conosco già.

Non andrò mai ad aprire il blog di, che so, Gianbarattolo, perchè io Gianbarattolo non lo conosco, non so chi sia, e alla fine dei conti non mi interessa nemmeno saperlo.
Andrò ad aprire il blog del buon Gianbarattolo nel momento in cui avrò fatto la sua conoscenza, ed avrà destato in me quel poco di curiosità che porterà il sottoscritto a visitare il suo blog.
Che puntualmente si rivelerà un cacata.

Il ragionamento sconnesso si conclude con il seguente quesito: chi può essere interessato a leggere il mio blog?
Sinceramente non riesco a darmi risposta.

Comunque, ho terminato di mangiare la focaccia.
Ritengo opportuno che il lettore sappia.

#3




Terzo tentativo.

Ne ho creati di blog nella mia lunga vita da ciondolatore della rete: alcuni di questi sono morti poco dopo la creazione, altri vivono ancora, altri sono online solo per onor di firma, ma non vengono aggiornati più o meno dai tempi del trattato di Westfalia.

Due volte prima di adesso ho preso possesso di un blog "tutto mio" (con risultati più o meno soddisfacenti, ma con destini poco invidiabili). Insomma, intendo un genere di blog che non fosse quello della famosa squadra di calcio Colite Spastica, o quello mitico di VitActiva.
Mi riferisco a quella tipologia di spazi che vengono solitamente utilizzati per pubblicare la fulminante ispirazione che balena nel cervello dell'amministratore/possessore, e che solitamente vengono occupati da:
- racconti e resoconti della giornata (diaro-mode)
- versi più o meno poetici e più o meno dignitosi
- appunti ideologici e/o propaganda politica
- passioni sportive o musicali
- palate di stronzate varie ed eventuali

Spesso accade che i possessori di questi blog sono fumatori più o meno saltuari, nel 75% dei casi portano gli occhiali, molti di loro sono belli, ma molti di più sono brutti. L'80% delle volte hanno un buon bagaglio culturale, si tratta soprattutto di studenti universitari (o pseudo-tali), quasi tutti sono disoccupati o lavorano di rado.

Questo blog non avrà nulla di tremendamente eccezionale rispetto agli altri, tranne che per un motivo: è il mio.

Già, io: comunemente chiamato Pigi, con un'età che mi rende troppo vecchio per fare determinati sogni e troppo giovane per avere determinate aspirazioni. Alla fine si tratta solo di sogni ed aspirazioni, nulla di concreto. Come questo blog.

Una vomitata di parole, questo blog.
Una secchiata di pensieri poco razionali, avvolte.
Un insieme di frasi sovente sgrammaticate e con non pochi errori, di vario genere. E spesso "l'errore di battitura" si rivelerà solo una scusa.

Dunque sono Pigi, dal Sud, non so pronunciare bene il suono "gli", mi mangio le unghie, e questo è il mio Ketchup Suicide.

Ora potete tornare su msn...