Quando un neurone governa mente e corpo, e una parabola impossibile da disegnare ma capace di strapparti la vita conta quanto il nulla: allora sì, bisogna spaventarsi.
Gelosia infetta di delusione e orgoglio, rabbia e crampi; sentirsi un Cristo qualsiasi, disinteressato alla sua croce, all'improvviso, che scaglia al suolo la sua corona di spine, e borbotta tra bestemmie e sterili risate, per poi urlare alla gente:"Ma siete così ciechi e così sordi? Mi condannate comunque? Ma voi sapete, avete visto..."
L'ora è tarda, dall'alto scorgo il paesaggio, con il suo tornante, la sua passeggiata, il suo fumo, la sua ironia.
E nel frattempo uno stomaco a pezzi cerca di consolare un cuore ferito.
Alla fine saranno gli anestetici sorrisi [cit.], macchiati di idiozia, a trionfare.
Ancora.
Sempre.
Buonanotte...
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